martedì 22 aprile 2014

SAN NICOLA DI BARI


San Nicola di Mira
San Nicola era nato a Patara in Licia, una provincia nel sud dell'Asia minore. Mira, città di cui il Santo divenne vescovo, era la capitale della provincia e sede episcopale fondata da S. Nicandro. I dati biografici più accreditati, tramandatici dalla Chiesa greca, riportano che il Santo fu imprigionato e perseguitato sotto Diocleziano. Vent'anni dopo la prigionia, partecipò al Concilio di Nicea, unendo la sua voce alla condanna dell'eresia ariana. Le informazioni storiche tramandano inoltre che morì a Mira, nella cui cattedrale fu tumulato.
A questi fatti "storici", è andata associandosi nel corso dei secoli una vastissima letteratura tradizionale, della quale riportiamo qui alcune parti significative e popolari.
Nicola ricevette un'educazione di alto livello da genitori pii e virtuosi, che lo iniziarono alla lettura delle Sacre Scritture sin dall'età di 5 anni. Morirono quando Nicola era ancora giovane, lasciandogli in eredità una discreta fortuna, che il santo decise di destinare ad opere di carità. L'occasione per tale gesto giunse ben presto: un cittadino di Patara aveva perduto ogni suo avere, e le sue tre figlie, prive di dote, non potevano trovare marito. Nella disperazione, il padre stava per votarle ad una vita disonorevole. Avendo udito ciò, Nicola prese una borsa d'oro e la gettò nottetempo attraverso la finestra della casa dell'uomo. Tale somma fu usata come dote per la figlia maggiore, che si sposò ben presto. Nicola si comportò ugualmente per le altre due figlie; venne scoperto dal padre, che usò espressioni di immensa gratitudine verso il benefattore.
Nicola si trovava nella città di Mira quando il clero ed il popolo si riunirono per l'elezione del loro nuovo vescovo. Come già detto, si era ai tempi delle persecuzioni di Diocleziano, all'inizio del IV secolo. Secondo alcuni testi tradizionali greci, "il divino Nicola fu arrestato dai magistrati, torturato, incatenato e gettato in carcere insieme ad altri cristiani. Quando Costantino, scelto da Dio, successe a Diocleziano, i prigionieri vennero rilasciati, e con essi l'illustre Nicola". San Metodio aggiunge che "...grazie agli insegnamenti di Nicola, la metropoli di Mira non fu contaminata dall'eresia ariana, da lui rigettata come veleno letale". Metodio non menziona la partecipazione di Nicola al Concilio di Nicea, ma secondo altri autori egli fu là presente ed attivo, al punto di schiaffeggiare, pieno di indignazione, lo stesso Ario! In seguito a ciò Nicola fu privato delle sue insegne episcopali ed imprigionato, ma la tradizione tramanda che Nostro Signore e Sua Madre intervennero direttamente, liberarono il Santo e lo reintegrarono nel suo rango. Nicola adottò anche drastiche misure per combattere il paganesimo e abbatté numerosi templi, tra cui quello della dea Artemide, il più importante nel territorio della sua eparchia.




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